
La sentenza del gioco truccato non è una buona cosa per le minoranze oneste e libere
15 Aprile 2025Errata corrige
16 Aprile 2025Per le persone eroiche o di buona volontà, a parte trovate la Memoria con la quale avevamo chiuso il Processo per Abuso di diritto.
Se avete tanta buona volontà potete sciropparvi tutto.
Ma siccome non ci conto e non lo desidero vi dico in pillole ciò che la Giudice ha bellamente ignorato.
Va detto che i nuovi padroni vandali della Fondazione mi avevano accusato ad cazzum di “aver violato la legge e lo statuto”.
In questi casi un giudice ha il dovere di trasmettere le carte alla Procura della Repubblica. Un altro giudice l’ha fatto con il risultato che il PM ne ha fatto una palla di carta perché ovviamente non c’era niente. Ma ai banditi veri faceva “fico”.
Questa giudice invece non ha fatto questo invio, dovuto anche a garanzia della persona “accusata”, e allora abbiamo dovuto fare noi l’operazione verità.
Adesso cerco di essere breve e chiaro ma con un’osservazione. Se tu giudice hai ricevuto tutte le informazioni vere e non le balle stratosferiche dei suddetti banditi devi tenerne conto e non fottertene e ignorare quando scrivi la sentenza viperina.
Gli avvocati dei banditi con aplomb inglese hanno dimenticato le infamie che avevano scritto e hanno solo scritto “non pertinente”. Veramente l’hanno scritto una decina di volte cioè lo stesso numero delle balle che in una precedente occasione la giudice aveva preso per oro colato.
Non ha potuto replicare nella sentenza perché “gli accusatori” avevano fatto un’elegante marcia indietro (scrivendo appunto “non pertinente”).
Per essere chiaro: quando hai voluto hai preso quelle infamie come oro 24 K (ed io ti ho ricusato, ovviamente senza esito, “non sia mai che un giudice debba rispondere delle sue cazzate”); quando poi devi sentenziare l’oro sparisce (“non pertinente”) ma non restituisci ciò che hai tolto a chi è stato falsamente accusato senza neanche chiedergli scusa, “ho sbagliato”: meglio dimenticare e da qui una bella doccia per fare una sentenza falsamente pulita.
Altra chicca: i 4 delinquenti avevano scritto che “a causa della mia folle gestione – durata poco più di un anno, dopo la morte di Sergio Giuliani – avevo accumulato un passivo di € 7milioni. La Giudice giudiziosa aveva scritto “Ma siamo pazzi, mai visto uno scialacquatore così!”.
Poi con santa pazienza – superata la ricusazione – la giudice ha dovuto darmi finalmente la parola (aveva deciso da un anno la sentenza!) e le ho spiegato che la Fondazione era nata con un capitale di soli € 10.000,00 (diecimila, chiaro?) e quindi tutte le spese dall’acquisto, il restauro e l’allestimento di Villa Rendano (€ 3milioni e mezzo) fino al pagamento degli stipendi, delle tasse, delle bollette, dell’acqua minerale dovevamo chiedere le risorse a Sergio Giuliani che mugugnando le dava ma sotto forma di “prestiti”, e come tutti sanno i prestiti vanno iscritti alla voce “passività”.
Ancora una volta, cara Giudice, prima mi hai accusato di essere uno scialacquatore non avendo capito un’acca (quindi avevi già deciso la sentenza negativa) poi ti rivelo che i 4 banditi come hanno sempre fatto “ti hanno detto frottole” e tu mi condanni lo stesso?
E ancora: il giornale ICALABRESI era stato un disastro, a detta del cialtrone capo Walter Pellegrini. Poi ti spiego che questo disastro – inventato come tutto – tanto disastro non era se il valore della testata era stata valutata € 250mila e altrettanto l’Editrice (al 100% della Fondazione) partendo da un capitale di € €20.000,00, cioè in totale mezzo milione di euro e tu giudice non dici nulla e quindi con la sentenza fai passare un falso colossale.
Ed ora per non annoiarvi veniamo al punto cruciale: il boss Walter Pellegrini, tanto risparmioso da prendere 40.000 euro all’anno (in totale alla fine saranno 300mila) e poi dici che “ICALABRESI SONO UN DANNO PER LA FONDAZIONE” perché vuol lanciare la volata al giornale cartaceo diretto da Nicaso che piace tanto a Gratteri? Per inciso 6000 copie annue, costo 200mila euro, cioè 350 euro a copia. Tanto per ricordare, il budget de ICALABRESI era di 160.000 euro con, dopo un anno, due milioni e mezzo di lettori e 30.000 follower su FB. Capisco che Gratteri non abbia gradito la bocciatura del giornale che gli piaceva a prescindere ma voi 4 traditori per compiacerlo distruggete una Fondazione costata 13 milioni di euro?
La Giudice di tutto questo non dice un caxo. Decide che i banditi debbano vincere e le vittime (non solo io ma anche le professionalità pregiate sbattute fuori) perire.
Magnifica sentenza. W la Giustizia W Gratteri (che ci sta sempre bene).
Ora arriviamo alla conclusione. Cosa debbo fare io, che ho la responsabilità morale del progetto Villa Rendano?
In teoria dovrei pagare altro 18.000,00 di spese legali (dei vincitori con il trucco) che si aggiungerebbero a 12.000 euro per un’altra sentenza “senza processo” e ai 16mila euro per i quali i gentiluomini che si sono fottuti tra cash e contratti demenziali non firmati 400mila euro hanno pignorato il 20% della mia pensione negando la rateizzazione giacché si dà il caso che sia “invalido grave al 100%. È ovvio che non prederanno altro perché non ho beni da pignorare ma la domanda è: mi hanno coperto di insulti, primi tra tutti i giornalisti trattati con i guanti gialli, hanno mandato in vacca anche 10 anni di lavoro facendo il pendolare, debbo leggere commenti di emeriti cretini e servi che a parte dire santosubitogratteri non dicono altro.
Ed io cosa debbo fare per il tempo che mi resta? Fare appello, che bene che vada ci vogliono tre anni? O fare lo stoico e tenere duro facendo pure uscire un giornale per il quale un prof. miracolato di Catanzaro andate a vuoto le prime due querele temerarie fa il furbo e ne presenta un’altra alla Procura di Cosenza che la prende in carico con ossequio dimenticando che io, i giornali, l’editore sono tutti domiciliati a Roma. Tradotto: Cosenza non c’entra un cavolo ed ora dopo che mi hanno pure iscritto a 79 anni per la prima volta nel registro degli indagati mi obbligano a denunciare PM “a disposizione”, il prof. miracolato di Catanzaro e pure un ex collaboratore de ICalabresi (ora direttore del giornale omonimo alla canna del gas) che ha dichiarato che I Nuovi Calabresi come i veri Calabresi hanno sede a Cosenza, una balla colossale che la PM devota ha preso per buona. Proprio come la giudice che evidentemente doveva vendicarsi della ricusazione.
Non me la sento di continuare con i giornali e mi sembra più opportuno farmi da parte.
Ringrazio quanti hanno compreso e apprezzato l’impegno per tutelare una realtà comunque importante per la città e che ho condotto in buona fede solo per fedeltà a valori civili ed etici probabilmente oggi desueti.
Quanti a mio parere hanno operato con fini e modalità che non ritengo né legittimi né lodevoli potranno fare ciò che riesce loro meglio: distruggere il buono che si è fatto o provato a fare, venir meno a principi di lealtà e correttezza personali. Se ne sono soddisfatti buon per loro.
ERRATA CORRIGE
L’Attuale Direttore de ICalabresi contrariamente a quanto riportato a verbale dai CC non ha detto che la sede lagale de ICALABRESI al tempo da me dirtto fossea a Cosenza (essendo notariamente a Roma) ma ha indicato il luogo dove si trovava il server del giornale. Il dato è in realtà doppiamente irrilevante sia perchè la Procura di Cosenza non può e non deve occuparsi di una vecchia querela che la Corte di Appello di Roma aveva generosamente restituito alla Procura di CATANZARO che già l’aveva archiviata sia perchè la querela parimenti temeraria a seguito di un articolo pubblicato su I NUOVI CALABRESI) non ICALABRESI prima versione in data 2 gennaio 2025 (e non 19 luglio 2021) aveva il server – irrilevante ai fini di giustizia – a Massa Marittima (Grosseto). Questo per correttezza e precisione essendo l’artlcolo che ne parla scritto prima del chiarimento del prof. Giacomantonio.