
W GRATTERI, come previsto
14 Aprile 2025
Un congedo dalla mia città e un saluto ai lettori, benevoli o critici.
16 Aprile 2025La sentenza con la quale la giudice Cristina Pigozzo ha respinto tutte le nostre richieste nel Processo per Abuso di diritto cancella definitivamente l’idea nobile ma irrealistica di Sergio Giuliani di creare a Cosenza una Fondazione e poi, soprattutto con l’acquisto di Villa Rendano – al quale ero contrario – far nascere qualcosa di importante, non comune per una piccola città del Sud.
La giudice – gliel’ho anche scritto – ha ignorato tutto ciò che di falso e inventato era stato scritto da quattro delinquenti (che tali sono e restano) e noi avevamo provato introducendo la verità occultata. Ha ripetuto le stesse castronerie di parte “avversa” per la quale l’avevo ricusata. Respinta come ovvio la ricusazione s’è presa la sua bella rivincita. Con questi giudici persino Nordio ha mille ragioni. L’altra presenza occulta ma attiva era Nicola Gratteri, patron del colpo di mano di Walter Pellegrini che in cambio gli prometteva di far resuscitare un giornale diretto da Antonio Nicaso a disposizione del suo amico manettaro.
Quale parte Gratteri abbia avuto in concreto non posso dirlo – la do per scontata in una sentenza senza processo (un inedito) del giudice del lavoro che è passato in poche settimane dall’ aria da piacione e amicone a quella grigia e senza rivolgerti lo sguardo nell’udienza che senza aprire bocca ha prodotto una sentenza “senza processo”.
Letteralmente una memoria per rendere più chiaro un Ricorso al Giudice del lavoro ha partorito una sentenza all’insaputa delle parti!
Ma lasciamo perdere questa pseudo giustizia da Roma in giù (a nord anche i Tribunali, quasi tutti, sono europei non da terzo o quarto mondo). Aggiungo solo che è idiota, stomachevole, da sottosviluppati il culto delle plebi calabresi per Gratteri. La cosa che guadagno chiudendo i giornali, vedendo da lontano le rovine di un progetto nobile, è che risparmio alla fragilissima salute le cazzate e le offese di centinaia di idioti.
Cosenza (e la Calabria anche se non se ne curano) oltre che città della massomafia e della più squallida politica nazionale diventa anche la città “dove anche un ente no profit” (sono 300mila in Italia) può essere occupato e svaligiato perché colui che volle Villa Rendano, un trumpino narcisista, ha cambiato idea e ha fatto comunella con Gratteri e i suoi sgherri.
Personalmente non sono felice per la sentenza (dei cui frutti non avrei goduto) ma sono consapevole di avere fatto il mio dovere tra lupi e jene. Per me Cosenza è morta e se qualcosa potrò fare sarà per raccontare questa Cajenna di basso rango. Se come credo tra tanti servi ci sono persone libere e oneste facciano una sola cosa: isolino i delinquenti e traditori a partire dal figlio indegno del prof. Luigi Pellegrini, per amore, ricambiato, del quale ho dato fiducia soldi e opportunità a questo omuncolo da quattro soldi.
E chiudo dicendo – per quel che posso dire – che avevo detto alle cosiddette élite cosentine (facendo accordi con loro e per loro) che senza un loro pronunciamento per la dignità di Cosenza una battaglia solo giudiziaria- cioè per essere chiari che è come un formaggio con i buchi (l’ultima, un procuratore di Cosenza dà subito seguito all’ennesima querela del miracolato prof di Catanzaro, dimenticando che né io né i giornali da me diretti, né la Fondazione hanno sede legale a Cosenza ma solo a Roma: Cioè per essere chiari si fa i cazzi che non la riguardano per mostrare la propria deferenza) – una battaglia solo giudiziaria senza un’opinione pubblica che ti sostiene (per fare un’associazione civica con almeno tre fondatori ho dovuto chiederlo a mia moglie romana e all’amico toscano) non vai da nessuna parte. Ammenoché tu abbia la fortuna di trovare un giudice giusto, non malleabile, non ricattato da Gratteri. Noi non l’abbiamo trovato ma se pensate che con Franco Pellegrini nella pace della Maremma tutto è finito bene, a parte la vergogna che tutti dovremmo provare, vi illudete. Faccio un po’ l’indovino (di solito ci prendo): il mito di Gratteri si sbriciolerà presto quando non farà più comodo, la crisi devastante che Trump regala al mondo costringerà o ad abbandonare il sud che è una pietra al collo del Paese o fare piazza pulita dei padroni della Calabria che sono tali finché sono un prezzo che si può pagare o – ed è ciò che già sta accadendo – i giovani, chiunque può, lascia questa terra accelerando la sua desertificazione. Se vi sembrano fantasie jettatorie basta che abbiate meno di 50 anni e farete in tempo a vedere se ho (non da solo) avuto ragione. Tenetevi la marmaglia come quelli che hanno vinto “una partita truccata”. Per passare il tempo darò ossigeno e acqua alla pianta delle punizioni penali. Non è facile ma se hai le maniglie giuste (fuor di metafora avvocati che contano e si fanno rispettare) i risultati alla fine arrivano.
Una sola cosa dovreste fare: vedendo anche da lontano Villa Rendano, che nessuno conosceva e per farti capire dovevi dire “il palazzo dove si pagavano le bollette del gas potete leggere di cui sono le opere di Bilotti, con una descrizione in più lingue; se avete avuto l’occasione si ascoltare relatori prestigiosi di tutt’Europa, se Cosenza ha avuto il primo grande museo storico multimediale, se ha editato il primo giornale libero straletto e autorevole ICalabresi (oggi un cadavere con un direttore che consideravo amico che interrogato dai Carabinieri per sapere notizie de I Nuovi Calabresi per l’ennesima querela di un baronetto catanzarese con tanta panza e poco altro a detto due cose: una falsa, che il giornale avesse la sede a via Benedicenti (?) a Cosenza in modo da consentire ad un pm cosentino di farsi bella con il baronetto (strano che il verbale fosse firmato da un colonnello, non un maresciallo ed un’altra vergognosa): “stiamo cancellando gli articoli (87) dell’ex Direttore “perché non li condividiamo”, strano perché i soldi per i suoi articoli che neppure al Corriere della Sera li prendeva) se questo e molto altro Cosenza ha avuto lo deve al team di Villa Rendano, fatto tutto fuori tranne i due parenti del boss. Non ve ne frega nulla? Vuol dire che Sergio Giuliani è stato un cazzone ed io con lui. La sola differenza che per il tempo che campo lo racconterò a mezzo mondo magari producendo podcast e videocast visto che leggere libri vi stanca.