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E aggiungo l’arroganza di un signorotto non contento di essere plurimiracolato, prima diventando Ordinario di Diritto civile in soli 6 anni, partendo da ricercatore di Diritto della Navigazione (non la più prestigiosa branca del Diritto) all’Università di Catanzaro, senza mai spostare altrove il culo (si può scrivere se lo ha fatto Trump), poi dopo aver visto respinta dopo 12 mesi (!!!) dalla Procura del capoluogo la querela che chiamare temeraria è già troppo onore – per valutare il corpo del reato, pubblico integralmente il testo dell’articolo pubblicato da ICalabresi il primo giorno d’uscita, vi invito a leggerlo a parte ( https://icalabresi.it/inchieste/il-gigliotti-magico-la-carriera-lampo-del-prof-in-quota-morra/ ) – s’era rivolto alla Corte di Appello di Roma che naturalmente si era subito applicata ad una sentenza cerchiobottista, rinviando gli atti a Catanzaro.
Il signorotto, tale Fulvio Gigliotti, deve avere pensato, correttamente: Vuoi vedere che si fitusi di PM senza Gratteri in capa mi bocciano n’atra vota?
E allora ha una bella pensata. Vado alla Procura di Cosenza e là un PM meno arcigno lo trovo di sicuro.
Ed ha avuto ragione e infatti con velocità supersonica (notoriamente “LA LEGGE È UGUALE PER TUTTI” ah ah ah) una PM, la dott.ssa Marialuigia D’Andrea ha in quattro e quattr’otto firmato la conclusione dell’indagine preliminare, sicché il sottoscritto per la prima volta in vita sua (79 anni) è “ufficialmente indagato”.
Tutto bene allora? Manco per il cazzo, perché l’articolo – ripeto innocuo come un giglio (forse lo è meno il CV del signorotto) è apparso su ICalabresi sede legale a Roma, la Srl Editrice Calavria idem, io sottoscritto Direttore responsabile ero e sono sempre residente a Roma. Il fatto NON è stato commesso come scrive la solerte PM a Cosenza, perché un giornale on line nasce per definizione ovunque.
Quindi sino a prova contraria la Procura di Cosenza che con tanta solerzia – si sa che da noi è molto in voga l’animus servendi (volgarmente tradotto “a disposizione”) ha preso una cantonata e pare abbia fatto una figura di… barbina.
Ripeto per chi non l’ha capito: comincio con quell’idiota di Walter Pellegrini che mi ha obbligato a citarlo in giudizio a Roma perché con decisione a cazzo di cane ha negato per questo caso la manleva di cui godeva come tutti il Direttore di un giornale d’inchiesta. Il motivo: picchi cossi mi piacia e soprattutto così provo ancora una volta a farlo crepare per l’incazzatura (siamo già al 100% di invalidità, manca poco).
Essendo ignorante e presuntuoso, Walter Pellegrini, forse confidando a casaccio nel santosubitogratteri, come dicono a Roma “intigna”. La prossima udienza per questo processo attivato da me subito dopo Pasqua sarò presente ma NON PER CONTESTARE LE SOLITE CAZZATE PRESE TRA I RIFIUTI DI ECOLOGIAOGGI ma per chiedere al Giudice di trasmettere gli atti alla Procura di Roma dove già da oltre un anno è sotto esame una Denuncia per vessazione, mobbing e dai prossimi giorni per “LESIONI GRAVI CON DOLO EVENTUALE”.
Ma torniamo alla PM di Cosenza. Per ora, in attesa di un’azione legale o disciplinare per “errore grave e inescusabile” – serve a poco ma questa è l’Italia che immunizza solo i magistrati – consiglio la PM D’Andrea tra un’intervista e l’altra a LAC di leggere almeno le carte e poi, se convinta, proceda “sempre a disposizione”.