
Ognuno di noi se libero e in buona fede è il giudice più temuto dai criminali
29 Ottobre 2025
La denuncia penale che farà “male” ai rapinatori di Villa Rendano. Nonostante una giustizia bucata i nostri non sono più sicuri di poter truccare le sentenze
3 Novembre 2025Se fossi saggio non avrei dato piena fiducia a quattro falsi amici, uno dei quali era il figlio di un fratello vero e un intellettuale mite e coraggioso.
Non avrei scelto avvocati che godono di molta stima che da queste parti paradossalmente spesso significa che sono poco affidabili, rispettosi dei potenti e irridenti con i normali cittadini.
Se fossi saggio avrei dovuto approvare un giornale mal fatto, costosissimo, illeggibile ricordando che il direttore designato era Antonio Nicaso, amico d’infanzia e coautore di tutti i libri di Nicola Gratteri, che quanto a produzione libraria se la batte con Paolo Mieli e Bruno Vespa.
Se fossi saggio non mi darei incaponito a credere nella giustizia, che da Roma in giù è una mela spesso marcia e ha alcuni magistrati corretti ma ne ha altrettanti o di più manipolabili sapendo che ogni porcata resta impunita.
Se fossi saggio infine non consumerei il tempo che mi resta per cercare di portare a processo, penale e civile, almeno i 4 traditori e distruttori seriali di una Fondazione, della sua Villa Rendano, di un giornale libero e cosi rigoroso nell’ utilizzazione delle fonti da avere avuto solo una querela che chiamare temeraria è un eufemismo da un baronetto universitario di Catanzaro che per due volte è stato archiviato ma insiste ora con la Procura di Cosenza che non ha alcuna competenza ma in compenso abbonda di devozione e compiacenza verso i farabutti potenti.
Potrei continuare con il mea culpa ma oltre che inutile sarebbe ingenuo: se tu ti rivolgi ad una prostituta e la chiami puttana cambia qualcosa?
Se tu insisti con 200 articoli a spiegare che non solo la Fondazione e il resto sono stati rapinati e distrutti ma tutta la residua credibilità e rispettabilità di un’intera città, dove sono nato e sciaguratamente tornato a vivere dopo oltre 60 anni cosa sono andate in vacca a che serve insistere?
E infatti mi preparo a chiudere bottega, perché apprezzo i numerosissimi lettori che non mi aspettavo ma sapendo che non vanno oltre un benevolo commento e un emoji so che non sono utili per disinquinare questa terra che si sta desertificando, che si affida sempre ai soliti tromboni, e tende a prendere le distanze dalle persone oneste, coraggiose e in buona fede.
Detto questo vi preannuncio che tra pochi giorni sarà depositata una citazione che da sola rende l’occupazione della Fondazione una rapina perché è stata operata una violazione delle ultime volontà di Sergio Giuliani che aveva posto a mio carico un’obbligazione ineludibile che consiste nell’impegno a guidare la Fondazione e assicurarne il futuro anche con modifiche statutarie fino a quando le condizioni psicofisiche lo consentano”. Per chiarezza questa obbligazione che accompagna una donazione ha la stessa forza e intangibilità delle disposizioni testamentarie. Cioè sono intangibili e sempre valide.
La sentenza che debbo considerare scontata arriverà quando io non ci sarò. Mi basta che i traditori noti e occulti sappiano che sono degli abusivi, barbari predatori, e impresentabili cittadini.
C’è da tempo in programma una denuncia penale per lesioni gravi con dolo eventuale che in caso di mia morte cambiano titolo di reato in “omicidio” colposo ma con pena non inferiore a sei anni di reclusione.
La denuncia tarda per problemi di salute del penalista romano. In ogni caso pubblicherò le vessazioni, le minacce, le falsità, le diffamazioni che hanno provocato – come previsto a gennaio 2023 da un bravo e onesto clinico – un progressivo aggravamento della salute resa ancora più grave perché era noto a tutti che dopo mesi di interventi chirurgici complessi e di degenza ospedaliera ero stato dimesso con un alert esplicito: ricordati che sei una persona fragile e se sottoposto ad esperienze stressanti e dolorose a rischio di fine letale. Quell’alert è diventato per Walter Pellegrini l’obiettivo da raggiungere per essere certo che non potessi resistere a lungo.
Nei prossimi numeri scriverò meno di questo e molto di più dell’indegnità dei magistrati, i pm in particolare, che dopo oltre due anni e mezzo non hanno trovato il tempo di esaminare una denuncia “con codice rosso”, speso citato nei casi di femminicidio, che dovrebbe essere valutato dal PM entro 12 mesi e poi trasmesso al GIP per l’eventuale processo. Di rosso c’è solo la vergogna di una casta che in maggioranza se ne fotte perché intoccabile, impudentemente intoccabile e ostile ad un referendum di cui avvertono la legittimità e con essa la pericolosità.





