
Il tempo della vergogna, del tradimento, della violenza omicida è finito
24 Ottobre 2025
Ognuno di noi se libero e in buona fede è il giudice più temuto dai criminali
29 Ottobre 2025Chi ciancia di pericolo per la libertà di giudici e pubblici ministeri che sarebbe causata dalla riforma o miniriforma della Giustizia dovrebbe produrre qualche prova, una traccia sarebbe anche sufficiente.
La storia giudiziaria di questo Paese sembra dimostrare ogni giorno il contrario.
Da ultimo l’indagine a carico dell’ex Procuratore di Pavia, di un magistrato di Milano che avrebbe intascato una mazzetta e via enumerando.
Se andiamo al passato più lontano c’è la messa all’ angolo della Procura di Palermo per decisione dei magistrati del CSM di Giovanni Falcone, prima delegittimato, poi isolato infine offerto come agnello sacrificale alla mafia di Riina. Storia molto simile per Paolo Borsellino.
Insomma di vergini caste tra i magistrati ce ne sono diverse ma di non vergini e non caste c’è un’ampia rappresentanza.
Gli Italiani s’erano espressi con chiarezza nel referendum sulla responsabilità dei magistrati ma poi non se ne è fatto niente.
Ciò nonostante in tanti passano da un innamoramento parossistico all’altro – prima Di Pietro e il pool di mani pulite; oggi Gratteri che è venerato come la Madonna pellegrina e scelto, lui conservatore e meno garantista di un santo, come portabandiera dei magistrati che non vogliono la riforma e non ammettono un principio basico: chi sbaglia, commette un errore grave e inescusabile (è la dizione esatta) paga.
Ora passiamo dai massimi sistemi alla miseria della realtà quotidiana.
Sapete che per la rapina della Fondazione a Roma ci sono stati tre processi. Tutti persi dal sottoscritto ma due su tre sicuramente truccati e scritti dalla giudice quasi sotto dettatura, palesemente ostile, che non corre alcun rischio dalla denuncia al CSM.
Mi permetto solo di far notare che se un medico che non riesce a salvare un novantenne con tutte le patologie conosciute rischia o di essere preso a mazzate dai parenti del caro estinto o viene chiamato in giudizio come possibile omicida. Non c’è medico che non debba pagare salate assicurazioni tagliando un po’ il modesto stipendio.
O se un bidello – non un top manager – non previene un ipotetico incidente di un ragazzino scatenato passa i guai suoi. Dura lex sed lex.
Ed ora veniamo dalle nostre parti, a Cosenza in particolare. È fatto noto che Cosenza a partire dagli anni ’70 è divenuta niente meno che “la città della massomafia”. L’abbinata massoneria e mafia non esiste in natura ma è frutto di un reciproco vantaggio.
Chi come me s’era fermato all’ immagine di Cosenza degli anni ’50 è stato sorpreso e fregato. Per la verità ad essere fregata, cioè occupata illegittimamente, svuotata di senso, rapinata e svilita per l’universo mondo è stata la Fondazione Giuliani, Villa Rendano e il giornale ICalabresi.
Ora superata la prima incazzatura ho scoperto che nelle ultime volontà di Sergio Giuliani, nel caso specifico una donazione modale, il sottoscritto è tenuto in ogni caso a soddisfare un’obbligazione che non decade perché 4 cialtroni hanno deciso di fottersene. L’obbligazione dice che il “sottoscritto deve guidare la Fondazione e assicurarne il futuro anche con modifiche statutarie fino a quando le condizioni psicofisiche lo consentano”.
Nonostante l’impegno criminale dei 4 traditori la mia salute è andata in vacca ma non limita al momento la mia libertà ed autonomia.
Poiché però i 4 cialtroni hanno dolosamente operato perché la salute precaria dopo mesi di interventi chirurgici e degenze in terapia intensiva andasse a puttane e c’è una data certa che mette in relazione la perdita progressiva di salute fino quasi all’esito letale con gli atti persecutori, diffamatori, violenti e inventati di sana pianta dai banditi (ora sono invalido al 100%) ho deciso di procedere con denuncia penale d’ ufficio che si chiuderà probabilmente con l’accusa di omicidio.
Fin qui siamo alla cronaca. Ora passiamo ad altro: l’avvocato autorevole penalista di Roma ha ricevuto il mandato a predisporre denuncia penale ampiamente documentata a fine luglio. L’intesa di massima prevedeva che l’atto fosse disponibile ai primi di ottobre. Ho ricevuto a partire dal 25 settembre diversi whatsapp tutti di “immediato invio dell’atto” rimasti sul cellulare. Ho chiesto di riavere la documentazione in suo possesso non pervenuto.
Ora poiché non ho l’anello al naso sono giunto a pormi questa domanda che è anche il titolo del relativo articolo.
A COSENZA CHI DECIDE SE SI PUÒ PRESENTARE UNA DENUNCIA PENALE (NON INNOCUA)? MASSOMAFIA 1? MASSONERIA 2? POTERI OCCULTI VARI?
Sarebbe gradita nell’ordine risposta dal Ministro della Giustizia, dal CSM, o dal Presidente del Tribunale penale.





