
Piccoli e infidi replicanti dei nuovi (provvisori) padroni
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27 Ottobre 2025Siamo quasi alla fine di una storiaccia che non avrebbe dovuto mai iniziare.
La data è 30 maggio 2022 quando fui sorpreso – pur avendo intuito che qualcosa di torbido bolliva nella pentola – i 4 membri da me nominati come membri del Cda della Fondazione Giuliani che da poco più di un anno presiedevo dopo la scomparsa del fondatore Sergio Giuliani.
Non aggiungo altro perché della “rapina” neppure motivata ho scritto molto, forse troppo.
Al di là dell’evento specifico che ha comunque comportato la perdita di oltre dieci anni di progetti, lavori, esperienze, relazioni cosa è accaduto di serio e importante? Non a me che ho combattuto per dignità e onore bruciando tutti i risparmi di una vita, riducendo la sopravvivenza a pochi mesi, ma alla città beneficiaria, alla Calabria la cui immagine non è certo attraente con le sue mafie, i suoi politicanti da strapazzo. Nomi? Ne potrei fare decine tra quelli che ho conosciuto. Mi limito a Mario Occhiuto che da sindaco si vantò di avere salvato Villa Rendano facendola acquistare a Giuliani “a debito” perché il capitale della Fondazione era di soli 10.000 euro.
Miopia pura, che poi i rapinatori utilizzarono per “imputarmi” 10 milioni di passivo inesistente e sufficiente a comprare una sentenza fasulla e truffaldina che denunciata al CSM rimarrà impunita.
Lo stesso Occhiuto che non esiterà a divenire uno dei boia della Fondazione, a lungo celebrata come suo successo.
Poi scendiamo ancora più in basso e arriviamo a tale Franz Caruso che si capisce essere sindaco dal fatto che indossa con eleganza la fascia tricolore.
Ma occorre essere giusti: in questa storiaccia io di innocenti ne ho visti pochi. Di servi, di voltagabbana, ne ho conosciuti migliaia.
Quindi non siamo dinanzi ad un banale fatto di cronaca. Da quella Villa è partito un fiume di letame – modello Trump – di cui non sarà facile liberarsi.
Personalmente non userò neppure un secchio d’acqua con spazzolone per togliere lo sporco.
Facile a dirsi meno facile a farsi perché posso testimoniare che ho scritto, denunciato, invocato aiuto a mezz’Italia: tutte le istituzioni più alte, tutti gli organi di informazione nazionali, tutti i parlamentari calabresi insomma ho tralasciato solo i valtellinesi e gli altoatesini.
L’Italia s’è desta dice il nostro bell’inno. Con una postilla con la Calabria s’è addormentata e turate le orecchie.
Allora tutto è perduto? Niente affatto. Per la prima volta scriveremo citazione e denuncia che sono tecnicamente non camuffabili, né lasciati ammuffire sotto strati di polvere. Nel penale si tratta di reati perseguibili di ufficio e destinati di sicuro ad essere qualificati come delitti omicidari (e i responsabili come “assassini”). Nel civile finalmente emergono le ultime volontà di Sergio Giuliani, colpevolmente dimenticate nell’errata convinzione che esse “fossero divenute impossibili da rispettare”.
La mia testarda ricerca su testi di diritto e precedenti giurisprudenziali dicono chiaramente che “l’impossibilità di cui si parla è SOLO QUELLA ESISTENTE AL MOMENTO IN CUI QUELLE OBBLIGAZIONI FURONO DATE E ACCETTATE (siamo nel 2014) NON QUANDO UN GRUPPO DI IGNORANTI E CIALTRONI inventano UNA FALSA E FARLOCCA IMPOSSIBILITÀ.
Quando pubblicheremo gli atti nelle parti essenziali si scoprirà che ufficialmente dal maggio 2022 la Fondazione è occupata abusivamente, in spregio alle disposizioni di ultima volontà (che per ovvi motivi sono sacre e intoccabili), che debbono rispondere tra l’altro dei danni economici procurati mentre sul fronte penale – non ci sono dubbi – rischiano la galera.
Ma prima dei giudici converrà che si tolgano volontariamente fuori dalle scatole per lasciare lo spazio, le risorse, la villa all’istituzione più importante del territorio che possa far diventare la Villa, nata come casa delle idee, degradata a casino di marchette, alla sua naturale vocazione di Casa dell’Intelligenza (inteligenti pauca).
Ve l’ho detto: il gioco si fa duro. Il tempo delle falsità, delle manipolazioni di processi, delle diffamazioni con obiettivo di “farmi fisicamente fuori” – quasi raggiunto – di prendermi per mancanza di risorse economiche che i traditori hanno pescato a piene mani dalla fondazione, questo tempo è finito. Non ne vedrò gli effetti ma a me basta – come sempre ho fatto nella vita – ho combattuto, perso o vinto ma non ho mai pronunciato la parola “mi arrendo”.
I cialtroni che mi conoscevano da decenni l’hanno dimenticato, ora se Dio vuole lo ricorderanno.





