
Casa Gratteri
4 Aprile 2025
Sticazzi
9 Aprile 2025Nei giorni scorsi Paolo Mieli, ex direttore del Corriere della Sera, storico e editorialista di punta ha fatto dichiarazioni pesanti su Nicola Gratteri su Radio 24, emittente de Il Sole 24 ore.
Il senso di tutto è nel titolo che “Lanovitàonline” diretta da Pasquale Motta dà al pezzo: “Scendi in Calabria, offri un caffè a Oliviero”. Commenta l’articolo Motta scrivendo che “il grande editorialista interviene sull’ennesima assoluzione dell’ex presidente della Regione Calabria”. E aggiunge: “E il silenzio dei cronisti locali è imbarazzante. Dopo anni di show televisivi e processi finiti nel nulla Paolo Mieli lancia il guanto di sfida “Scendi in Calabria e chiedi scusa all’ex presidente Oliverio””.
Paolo Mieli che – ricordo – non è un giornalista “scavezzacollo” aggiunge: “C’è una vicenda ancora più impressionante: Mario Oliverio che è stato un pezzo importante della storia del PCI e poi del PD in Calabria è stato assolto in appello in un processo (n.d.r. un maxiprocesso, quelli preferiti dal Procuratore al tempo di Catanzaro) partito per iniziativa di Nicola Gratteri. È solo l’ultima di una lunga serie di assoluzioni. In questa sentenza c’è scritto perfino che c’era un pregiudizio accusatorio. Eppure non ne parla nessuno. Non c’è traccia di questa notizia sui giornali”.
Qui termina la citazione dell’articolo apparso su Lanovitàonline invitandovi a leggerlo tutto (https://www.lanovitaonline.it/mieli-a-gratteri-scendi-in-calabria-offri-un-caffe-a-mario-oliverio/).
A me riservo alcune considerazioni meno autorevoli rispetto a quelle di Mieli ma non contrastanti con esse.
Se mi consentite un pizzico di orgoglio, ricordo che uno dei primi e pochi che ha sollevato “il caso Gratteri” è stato il sottoscritto, prima con I Nuovi Calabresi e oggi con Ritorno che alla star Gratteri dedica quasi la metà del suo primo numero.
Perché l’ho fatto, pur sapendo che mi sarei sorbito centinaia di banalità (“Grande Gratteri” “Il solo onesto in tutt’Italia) e una buona manciata di improperi e offese?
Rispondo subito a questa domanda: non avevo motivo di polemizzare con Gratteri e nei pochi contatti avuti con lui ne apprezzai la cortesia cordiale.
Ma poi, non subito e non senza aver fatto le opportune verifiche, ho capito che l’assalto indegno alla Fondazione da me presieduta e al giornale apprezzato per la sua libera linea editoriale e per la qualità degli articoli e delle inchieste, “ICalabresi”, era stato organizzato dal principe dei traditori Walter Pellegrini perché, ottenuto il “via libera” da Gratteri il 21 febbraio 2022 – in occasione della celebrazione dei 70 anni dell’Editrice Luigi Pellegrini -, poteva vendicare “l’affronto” della bocciatura del mensile cartaceo affidato a Antonio Nicaso, amico e coautore del Procuratore.
L’ho detto e lo ripeto: il mensile “CALAVRIA” senza nulla togliere alla professionalità di Nicaso era sbagliato, brutto e per 6000 copie annue distribuite sarebbe costato minimo € 200.000,00 cioè € 350,00 a copia!
Il tradimento di Walter Pellegrini e dei tre compari da me nominati nel Cda della Fondazione – consenziente e garante Gratteri – ha gettato nei cassonetti di Guarascio un patrimonio economico di 13 milioni di euro, ha svuotato Villa Rendano, ha annichilito un progetto di qualità donato a Cosenza e alla Calabria.
Di questo tutti risponderanno sia che possa essere io per poche settimane alla guida della Fondazione o debba dare il compito al mio successore.
Ma c’è qualcosa di più che si ricava dalle dichiarazioni di Paolo Mieli. Lo dico brutalmente: il monumento di pietra che soprattutto i calabresi – imbattibili nelle vesti di serventi lodatori – si sta sgretolando. I segnali sono già non pochi, alcuni forse per amicizia o per lusingarmi mi hanno detto che le mie denunce sempre motivate e verificate “hanno contribuito a smuovere le acque”.
Non lo so e non mi interessa. Sono certo che Gratteri volteggiando da una TV all’altra (LA7 su tutte) come ho scritto in un articolo “l’aveva fatta fuori dal vasino”. Mi riferivo (ma poi lo fece anche Mieli a Otto e mezzo) al giudizio di Gratteri su Giorgia Meloni, en passant Presidente del Consiglio, piaccia o non piaccia: “Più furba che intelligente”.
Ogni giorno esce qualche critica o attacco nuovo al quale su LAC, ormai house organ di Gratteri, risponde con toni esagitati l’Associazione Nazionale dei Magistrati di Catanzaro, tirando in ballo la solita menata sulla riforma Nordio. Alimentano il sospetto, certo ingiustamente, che tra loro ci siano alcuni dei 200 magistrati “corrotti o inaffidabili” di cui parlò lo stesso Gratteri. È un’illazione cattiva, ma tra i non buoni qualcuno potrebbe pensare al verbo “ricattare” o al sostantivo “ricatto”. Personalmente, che buono lo sono pure troppo, parlerei di “coda di paglia”.