Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di provincie, ma bordello!
GIORNALE DEGRATTERIZZATO
Il Tribunale di Roma ha emesso la sentenza NON riconoscendo l'abuso di diritto
I traditori e i loro mandanti e tutori hanno vinto: in compenso la Fondazione voluta da Sergio Giuliani ha buttato al vento circa 15 milioni di euro del suo patrimonio, Villa Rendano può essere tranquillamente non più "LA CASE DELLE IDEE", ma il mercatino delle pulci attuale, la volontà manifestata in atto notarile che "obbligava Francesco Pellegrini a guidarla e assicurarne il futuro" è carta straccia.
Ho fatto la mia battaglia civile e il mio dovere senza alcun interesse personale, rimettendioci denaro e salute (per la quale continuo le azioni lenali in essere) - confermo tutti i dubbi sulle "possibili" intromissioni esterne - posso finalmente pensare solo alla mia famiglia e dimenticare il ritorno orrendo alla mai citta natale. Per trasparenza pubblichero il testo della sentenza e la memoria conclusionale che aveva smontato punto per punto la montagna di falsità. Di tutto questo la Giudice già da me ricusata, non a caso, non ha tenuto alcun conto.
Francesco Pellegrini
La sentenza truffa che ha deciso su un Ente no profit è un esempio – uno dei tanti, passati e presenti di giustizia negata – di arroganza e pregiudizio. Non lo scrivo oggi sull’ultimo numero dei nostri giornali nella veste attuale, ma è quanto ho comunicato direttamente alla Giudice al Presidente del Tribunale di Roma al CSM assumendomene la responsabilità.
Non faremo alcun Appello che sarebbe una truffa replicata, ma daremo spazio prioritario ed esclusivo al tema della malagiustizia in Italia. Non siamo né contro né a favore dei magistrati perché tra di essi ci sono migliaia di persone fedeli alla Repubblica a difesa della legalità e ve ne sono altri, molti, o che la legalità neppure per sbaglio le incontrano.
Inventeremo, non so, su una sorta di supplemento settimana che titolerei il racconto dell’Illegalità o una serie di podcast di facile ascolto e diffusione.
La vergogna che spiegheremo frase per frase traducendo la sentenza, per cominciare dalla vergogna “di Villa Rendano” in linguaggio semplice, non pedante che tutti possono capire, darà l’avvio – se ne saremo capaci e ne avremo la forza – ad una minicampagna (mini all’inizio spero e non in Calabria) che riconosca i meriti e denunci i demeriti, che abbia al centro il comune cittadino e non i potentati corporativi che se ne fottono.
Intanto i quattro cialtroni di Villa Rendano non godranno immuni i frutti di un imbroglio.
